Il 9 e il 10 maggio 2019 all’Università di Nottingham (UK) si è tenuto l‘European Student Leadership Summit in Contemporary Healthcare, che ha avuto l’obiettivo di celebrare la fine del progetto ERASMUS+ KA2 “European Junior Leadership Academy for Student Nurses and Midwives“ – e condividerne i risultati a livello internazionale. Questo progetto, iniziato nel 2016, ha visto quattro università europee: University of Nottingham (UK), Escola Superior de Enfermagem de Lisboa (Portugallo), Trinity College Dublin (Irlanda) and University of Maribor, (Slovenia) lavorare fianco a fianco per identificare studenti con attitudine alla leadership e svilupparne la loro identità e consapevolezza. Il tema del Summit è stata la Junior Leadership, e l’obiettivo è stato quello di radunare insieme oltre 100 studenti infermieri ed ostetriche da tutta l’Europa e oltre per celebrare la leadership degli studenti. Durante i due giorni trascorsi è stato condiviso dagli studenti stessi, attraverso le loro storie vissute, come abbiano sviluppato la loro identità di leader. Attraverso presentazioni, tavole rotonde e pannelli di discussione, i partecipanti hanno esplorato la promessa e il potenziale della leadership degli studenti, di una rete di studenti infermieri ed ostetriche da tutta Europa, condividendo idee e discutendo temi legati alla leadership che più ritenevano pertinenti alla loro realtà ed esperienza. La sede IRCCS Bambino Gesù ha avuto la possibilità, ricevendo un invito dal Trinity College of Dublin, di far partecipare a questo evento alcuni dei suoi studenti del corso di Laurea Infermieristica e Infermieristica Pediatrica (Silvia Bagorda, Alessia Bonomo, Arcangelo Ganci, Chiara Gagliardi, Elena Illuminati ed Elena Scarselletta), accompagnati da un tutor universitario (Andrea Gazzelloni). Di seguito le esperienze personali degli studenti che hanno partecipato al Summit: “Leadership: not for the few, not even for the many but for every student nurse and midwife (Leadership: non per pochi, nemmeno per i molti ma per ogni studente in infermieristica e ostetricia). Una frase ripetuta più e più volte durante la conferenza europea sulla leadership svoltasi a Nottingham nella quale ho avuto il piacere di parteciparvi. Un evento entusiasmante che ha toccato svariati punti della nostra futura professione ai quali quotidianamente non diamo tanto peso; uno dei quali il concetto di ‘leadership’, che deve essere in ognuno di noi, e il riscoprirla nella vita di tutti i giorni. Il progetto in questione è ‘EJLA’, guidato da Stacy Johnson e al quale partecipano al momento quattro università europee (“The University of Nottingham”, “Univerza v Maribor”, “Escola Superior de Enfermagem de Lisboa” e “The University of Dublin”), ma che si interfaccia nella professione infermieristica a livello globale. Due giorni intensi e pieni di emozioni, che ci hanno dato l’occasione di interfacciarsi con altre culture da tutto il mondo e, in generale, con la professione infermieristica a livello internazionale. Personalmente, essendo un ragazzo, mi ha colpito molto il fatto che hanno discusso circa la predominanza del sesso femminile nella professione infermieristica, ma che comunque, pian piano, sta sradicandosi dall’ideologia comune. Gli organizzatori e i ragazzi ci hanno messo a tutti a nostro agio, e ci hanno dato la possibilità, durante l’arco delle due giornate, di esprimere la nostra circa gli argomenti trattati man mano attraverso una pagina internet mostrata sulla lavagna dell’aula principale, sulla quale venivano proiettati tutti i nostri pensieri che inviavamo tramite i nostri smartphone. I confronti dei docenti/ ragazzi erano organizzati in modo particolare, e riuscivano a coinvolgere interamente i vari studenti in modo eccezionale. Inoltre, alla fine delle presentazioni dei vari argomenti, si formavano dei piccoli gruppetti che includevano noi studenti e un “tutor” in maniera tale da favorire a tutti l’approccio interpersonale e il conoscerci tra noi. Posso dire che siamo tornati a casa arricchiti da questa esperienza e spero che verrà riproposta in futuro” (Arcangelo Ganci – III anno del corso di Laurea Infermieristica). “L’esperienza a Nottingham è stata di sicuro un’esperienza positiva. Positiva sotto il punto di vista professionale e umano. Mi aspettavo il classico convegno in cui, secondo la scaletta prefissata, un gruppo di professionisti si sarebbero alternati per parlare dell’argomento previsto (in questo caso la Leadership) e il pubblico avrebbe preso silenziosamente appunti e fatto interventi ponendo domande e chiedendo delucidazioni varie. Così non è stato. È stato un vero e proprio incontro interattivo, strutturato appositamente per ragazzi che cominciano ad immergersi nel vivo della professione infermieristica, ragazzi da tutte le parti del mondo che portano in un unico luogo la loro esperienza personale e la realtà del proprio paese. Sono stati creati gruppi di discussione su tematiche importanti quali la dignità della professione infermieristica, il ruolo troppo spesso sottovalutato del professionista infermiere nell’ambito lavorativo, la possibilità che abbiamo ogni giorno noi come studenti, e in un futuro come professionisti, di mettere in pratica la leadership che, chi più chi meno, abbiamo tutti e come punti di riferimento nell’ambito sanitario, possiamo mettere in pratica ogni giorno nelle piccole cose. Devo dire un’organizzazione ad hoc per ragazzi che di giorno si impegnano a discutere di tematiche importanti e di sera hanno voglia di socializzare e conoscere nuovi “colleghi” stranieri. La seconda e ultima sera infatti è stata organizzata una cena per tutti gli studenti e tutor che con musica di sottofondo, hanno potuto cenare insieme e ballare a pancia piena. Gli organizzatori del Nottingham College sono stati capaci di intrattenerci e interessarci proponendo sempre tematiche di discussione stimolanti. Gruppi di ragazzi di 20 anni da tutte le parti del mondo che si mettono in cerchio ad esprimere le proprie idee e a proporre metodiche di risoluzione ai vari problemi che interessano la professione infermieristica proponendosi di fare qualcosa ogni giorno per cambiare ciò che, con l’impegno di ognuno, si può cambiare. Change is possible è la frase con cui riassumerei quello che mi è rimasto di questa esperienza senza dubbio appagante.” (Chiara Gagliardi – III anno Corso di Laurea Infermieristica Pediatrica) “Personalmente ritengo che l’esperienza presso l’Università di Nottingham sia stata per noi altamente formativa. Concreta è stata la possibilità di mettere in pratica le nostre competenze circa la lingua inglese, migliorandole e ampliandole. È stato bello il potersi confrontare con molti ragazzi provenienti da tutta Europa e accumunati da un’unica grande passione: essere infermieri. Intorno ad un tavolo, un colloquio tutti insieme: diversi punti di vista sono stati per noi motivo di crescita, il confronto punto di forza. Centrale la tematica della Leadership: abbiamo avuto un esempio chiaro di come tale tema sia sempre più affrontato e contestualizzato da infermieri e studenti e di quante siano le iniziative ed i progetti a tal riguardo. ‘Chi è per te un Leader?’ domanda fulcro del lavoro di gruppo: ognuno scriveva, per poi esporre, una persona rappresentativa della figura Leader, con le specifiche caratteristiche. Nomi diversi ma accomunati da alcuni aspetti: il fungere da guida per l’equipe ma al tempo stesso l’essere di supporto e il sacrificarsi insieme alla stessa.” (Elena Illuminati – III anno Corso di Laurea Infermieristica Pediatrica) “A Maggio, grazie ad una meravigliosa opportunità, ho preso parte ad uno stage di qualche giorno sulla leadership nell’università di Nottingham, in Inghilterra. Nei giorni prima della partenza non sapevo cosa aspettarmi, nella mia mente fluttuavano mille domande: “cosa mi aspetta?”, “come affronteremo la tematica?”, “cosa mi porterò nel mio bagaglio culturale al ritorno?”. Quando arrivammo all’interno dell’università, per prendere le chiavi degli alloggi, contemporaneamente a noi arrivarono altri studenti d’infermieristica dal Portogallo e questo già mi entusiasmava. Mi entusiasmava l’idea di poter incontrare, conoscere e scambiare pareri con altre studentesse e studenti infermieri, ma di un altro paese. Ma è stato ancor più entusiasmante prendere parte all’incontro di benvenuto, da parte dell’università, all’interno di una grande aula dove appena aprii la porta mi accorsi che non erano lì con noi soltanto altri studenti dal Portogallo, ma bensì altri centinaia di studenti tutti da paesi differenti: Valencia, Russia, Irlanda, Spagna, Kenya e molti altri ancora. Eravamo tutti così differenti tra noi ma in realtà, nel profondo, eravamo tutti così meravigliosamente uguali perché tra tutti noi c’era una cosa fondamentale che ci accomunava: la passione per l’infermieristica, la passione nel prendersi cura del prossimo. La tematica di cui abbiamo trattato in quei tre giorni, ovvero la leadership, è stata diversa da come la immaginavo. Prima di partire mi immaginavo che avremmo parlato della leadership all’interno di un equipe sanitaria, all’interno di un’emergenza, ma invece fu tutt’altro. Abbiamo parlato di come far emergere la tua figura di leader nella vita di tutti i giorni, di come avere maggior sicurezza in te stesso, di come affrontare situazioni scomode. All’inizio non avevo molto capito il senso del parlare del leader al di fuori della “vita ospedaliera”, ma giorno dopo giorno ho capito il perché era così tanto importante. Cercavano di trasmetterci queste nozioni, questi concetti, ma soprattutto questi valori perché se fossimo stati in grado di comprenderli, ed applicarli nella vita di tutti i giorni, poi saremmo stati in grado anche di applicarli anche in un contesto sanitario, in maniera del tutto naturale e spontanea. Ho avuto l’opportunità di prendere parte a diverse sessioni di discussione in gruppo con studenti di altri paesi. All’interno di queste discussioni all’inizio ci veniva posta una domanda uguale per tutti, ad esempio “come pensi di far emergere maggiormente la tua figura di leader?”; “cosa pensi di fare al tuo ritorno per migliorare alcuni aspetti delle tue insicurezze?” ed uno ad uno discutevamo dei nostri pareri, ovviamente se ne avevi voglia. Era così affascinante ascoltare le idee, i pensieri e le vicende di altri studenti come me, come me ma a qualche migliaia di chilometri più in là! Grazie a questa esperienza ho avuto il piacere di condividere la mia passione con persone da tutto il mondo, ho avuto l’opportunità di comprendere quanto sia importante accrescere te stesso nella vita di tutti i giorni, per poi accrescerla anche nell’ambito universitario e/o lavorativo. Ho capito quanto sia importante ascoltare, sempre, i pensieri di chi abbiamo di fronte perché molto spesso possono essere delle vere e proprio “perle” che possono poi accompagnarci nella vita di tutti i giorni. Grazie a delle nozioni e a dei valori che sono riusciti a trasmettermi, degli insegnati dell’università di Nottingham, sono stata in grado ad affrontare alcune situazioni “scomode” che mi sono capitate nei mesi successivi che forse, senza il loro aiuto, non sarei stata in grado di superare. Grazie a quest’esperienza ho compreso anche molto di me stessa, ho scoperto lati del mio carattere che anche io non sapevo di avere e ho compreso quanto l’interagire, l’ascoltare, l’esprimersi sia importante per accrescere la tua personalità. E’ stata un’esperienza che rifarei altre mille volte, un’esperienza che porterò sempre dietro con me. Grazie a chi me ne ha dato l’opportunità e grazie a chi, in quei giorni, l’ha vissuta anche insieme a me.” (Elena Scarselletta – III anno Corso di Laurea Infermieristica Pediatrica) “08 Maggio 2019 – Ore 10:20. Siamo tutti pronti per partire dall’aeroporto di Ciampino. La destinazione è Nottingham, una cittadina del Regno Unito, celebre in tutto il mondo per la famosa leggenda di Robin Hood. In quei giorni però, oltre che di Robin Hood, fu la casa per numerosi studenti provenienti da tutto il mondo, venuti a Nottingham per un Summit Internazionale sulla Leadership. L’invito era esteso a infermieri e ostetriche di diverse nazionalità. Abbiamo avuto quindi anche noi studenti italiani l’opportunità di andare. Alloggiavamo nei dormitori dell’università stessa e di giorno seguivamo il programma del convegno. Era ben organizzato. Prevedeva gli interventi di varie figure importanti, di docenti, di studenti stessi, che raccontavano le loro esperienze sul campo, cosa sono diventati e come ci sono arrivati a questo traguardo. Hanno parlato persone che hanno sempre creduto in questa professione, che si sono spinte oltre i loro limiti. Hanno parlato persone, anzi leader, che avevano il compito di suscitare in noi studenti lo spirito da leader, la capacità di dare sempre il massimo, di trovare i nostri potenziali e riconoscere i nostri limiti. È stata una bella esperienza perché oltre al confronto con altre realtà, con altri studenti come noi, mi è rimasta una grande fiducia e speranza per questa professione. È stata un’esperienza che mi ha stimolato a capire cosa voglio diventare, quali possono essere i miei potenziali, e soprattutto ad ampliare i miei orizzonti. Inoltre è stato molto interessante avere un confronto con altri ragazzi, che hanno un grande spirito da leader, ragazzi volenterosi, che credono in quel che fanno. E per ultimo, sicuramente, è stata un’esperienza utile per il mio bagaglio linguistico, dal momento che ho parlato molto l’inglese. Quindi mi porto a casa sicuramente un bel ricordo di questo viaggio. Un grazie va in primis alla compagnia di viaggio, poi a tutti i ragazzi e docenti che mi hanno aiutato ad aprire gli occhi, a credere in me stessa e a trovare i miei punti di forza a Nottingham e a Robin Hood, che mi hanno accolto nel loro clima tipico inglese a questa professione, che mi regala sempre qualcosa di emozionante.” (Chiara Zangari – III anno Corso di Laurea Infermieristica) “È stata un’esperienza molto bella quella che ho fatto a Nottingham, insieme ad alcuni miei colleghi dell’università. Siamo stati invitati a partecipare a questo summit in cui si parlava di “essere leader”. Personalmente lì ho visto quanto la figura dell’infermiere sia molto più riconosciuta, gratificata e stimata come figura professionale rispetto all’Italia. Sinceramente, pensavo che avremmo parlato maggiormente dell’essere leader all’interno di un’equipe sanitaria, ad esempio nelle situazioni di emergenza mentre invece abbiamo parlato principalmente del fatto che ognuno di noi ha le potenzialità per essere un leader, deve solamente trovare il modo per farle emergere. È stata quindi più una spinta motivazionale a livello personale per ognuno di noi. Siamo stati a contatto con ragazzi di molte altre nazionalità (Portogallo, Spagna, Francia, Inghilterra, Scozia, Norvegia) ed è stato bello confrontarci e vedere tutte le differenze che ci sono nel nostro campo. Sono stati due giorni molto intensi dalla mattina alla sera: il primo giorno siamo stati in un’aula molto grande tutti insieme, abbiamo fatto la parte teorica con la responsabile che ha organizzato tutto, poi ci sono stati gli interventi di molti ragazzi che hanno raccontato la propria esperienza in cui si sono sentiti leader e successivamente ci siamo divisi in gruppetti per confrontarci, per raccontare le nostre esperienze e per vedere anche le differenze che ci sono nei vari paesi; il secondo giorno, invece, abbiamo parlato della salute nei paesi sottosviluppati, della malattia, della prevenzione e della professione infermieristica in generale e poi ci siamo sempre divisi in gruppi per discuterne insieme. È stato molto interessante e molto utile per la mia carriera universitaria e per rafforzare sempre di più il mio inglese che ho studiato fino al liceo ma non avendo l’opportunità di utilizzarlo, sento proprio la necessità di fare delle esperienze all’estero per migliorarlo sempre di più e poter interagire con i pazienti stranieri che mi troverò ad assistere nel mio futuro lavoro. Mi ha colpito molto l’organizzazione dell’università lì in Inghilterra, ci sono delle strutture molto belle e qualificate e degli spazi molto grandi per gli studenti. Sono molto contenta di aver avuto la possibilità di fare quest’esperienza e ritengo sia molto utile per tutti i ragazzi che conoscono l’inglese e vogliono entrare in relazione con il mondo che ci circonda per vedere anche tutte le differenze che ci sono nell’ambito sanitario nei vari paesi.” (Silvia Bagorda – III anno Corso di Laurea Infermieristica Pediatrica) “Quello che mi ha colpito di più di quest’esperienza è la tecnologia e l’intelligenza delle persone nella cura dei propri servizi universitari e non. Ho letto che Nottingham ha: due delle migliori università del Regno Unito la University of Nottingham e la Nottingham Trent University, molte scuole di lingua, ospedali all’avanguardia e con più possibilità di carriera e opportunità di studio. È un ambiente che offre molte opportunità di crescita per la professione infermieristica. Il summit a me ha suscitato parecchio interesse. L’incontro si è svolto con l’obiettivo di promuovere e facilitare il ruolo di leader dell’infermiere e le connesse competenze nell’assistenza, nelle associazioni professionali, nella direzione, nella didattica e nella ricerca, con obiettivi di sviluppo sostenibili del sistema della salute. Un aspetto che mi è rimasto molto è il concetto stesso di leader nella nostra professione. Un punto poco o per niente affrontato nella professione infermieristica Italiana. Durante le due giornate è stato rimarcato molto il concetto di leader, come qualcuno che può, nel mondo del lavoro infermieristico, influenzare il cambiamento, ispirando gli altri a lavorare per raggiungere gli obiettivi individuali oppure organizzativi dell’ospedale e o della struttura sanitaria. È stato sorprendente capire quanto la nostra professione all’estero sia molto più ricercata e gratificata. Ci hanno da subito comunicato che i buoni leader hanno qualità come positività, flessibilità e visione strategica. Hanno delle capacità che li facilitano nel risolvere i problemi e ad organizzare il lavoro di gruppo in modo efficace. E loro lo hanno dimostrato attraverso il racconto delle proprie esperienze lavorative e universitarie in ospedali stranieri e Europei. Ci hanno coinvolto fin da subito con input positivi e coinvolgenti! Nella prima giornata c’è stata un’introduzione e una presentazione del summit, del programma e dei contenuti. In entrambe le giornate dopo la parte teorica con slide e interazioni verbali siamo stati divisi in unit nelle quali abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci e discutere in lingua Inglese con persone di altre nazioni, come portoghesi, francesi, inglesi e spagnoli sulla figura infermieristica, anche sulla differenza tra medici e infermieri e sulle nostre competenze in ambito sanitario. Eravamo assegnati a gruppi di lavoro, dove ognuno di noi poteva esprimere la sua sulla leadership e sulla figura dell’infermiere nella società, la differenza tra maschi e femmine nella professione, come vengono visti entrambi dal mondo del lavoro, le differenze di retribuzioni e di considerazione sociale tra professionisti. In fine ognuno di noi lasciava il proprio commento su una piattaforma digitale condivisa con l # Hashtag summit leadership 2019, e i commenti venivano proiettati su degli schermi grandi, in diverse sale, alla portata di tutti, dove tutti potevano leggerli e commentarli a loro volta. Nella seconda giornata si è poi discusso della salute nei paesi in via di sviluppo, e di altre tematiche come le malattie e la prevenzione. Anche nella seconda giornata c’è stata la stessa organizzazione in unit e le discussioni nei vari gruppi. È stata una bellissima esperienza, ho acquisito un nuovo punto di vista sulla figura infermieristica. L’opportunità di confrontarmi con persone di altre nazionalità mi ha aperto a nuovi pensieri e considerazioni sulla nostra professione. Spero nel mio piccolo di poter mettere in pratica l’essere leader di se stessi, in funzione di un lavoro di equipe migliore, positivo e flessibile. Grazie per avermi dato questa opportunità.” (Alessia Bonomo – III anno Corso di Laurea Infermieristica) Questo Summit ha permesso di creare un contatto per delle future collaborazioni con l’Università di Nottingham che ha chiesto alla nostra sede la disponibilità a partecipare al progetto sulla Leadership, estendendolo pertanto anche alla realtà italiana. N. Visite: 472 Navigazione articoli Un sistema di incident reporting e prima conferenza morbidity mortality per gli studenti infermieri Le due squadre della sede IRCCS Bambino Gesù conquistano il podio nei Campionati delle Università di Roma